Il prossimo 21 luglio è in arrivo nelle sale Barbie, film diretto da Greta Gerwig con Margot Robbie e Ryan Gosling nei ruoli rispettivi della bionda per antonomasia e del suo perpetuo fidanzato di plastica. La pellicola ha le carte in regola per diventare un cult di pregio, data la regia e il cast, ma il rischio di scivolare nel trash è sempre in agguato. Tuttavia il rilancio cinematografico dell’icona pop nata nel 1959 ma esplosa soprattutto tra le bambine figlie degli anni ’80 (a questo pubblico la Gerwig strizza particolarmente l’occhio, come si evince anche dalla grafica adottata, risalente proprio a quegli anni) potrebbe nascondere, come spesso accade, un’operazione di marketing che potrebbe risollevare anche le sorti di Mattel, che negli ultimi anni ha visto proprio il suo prodotto di punta cedere terreno di fronte ad altri tipi di sollazzi infantili.
Le entrate del produttore di giocattoli sono diminuite drasticamente dal 2013 in poi, passando da un totale mondiale di $ 6,5 miliardi di vendite nette a $ 4,5 miliardi nel 2018. Sebbene gli anni della pandemia abbiano aiutato l’azienda a riprendersi, è ancora lontana dai suoi antichi giorni di gloria. Il marchio Barbie, invece, è riuscito a librarsi intorno alla soglia del miliardo fino al 2018, quando le vendite hanno ripreso a decollare. Il 2021 ha segnato il valore delle vendite nette più alto dal 2013, con le entrate del marchio Barbie che hanno raggiunto 1,7 miliardi di dollari in tutto il mondo. Bambole e peluche genereranno circa 55,7 miliardi di dollari in tutto il mondo nel 2023. I maggiori mercati per questo segmento saranno Cina, India e Stati Uniti, con ricavi rispettivamente di 12,4, 7,9 e 6 miliardi di dollari.
Fonte Idealista.it