I metodi per garantire il riscaldamento degli ambienti all’interno di un edificio variano in base alle tecnologie impiegate e alle proprie necessità. Uno strumento comune utilizzato in questo contesto è il termosifone a olio, un dispositivo elettrico mobile che sfrutta l’inerzia di un fluido termovettore (l’olio, per l’appunto) posizionato all’interno di un corpo metallico, generalmente realizzato in ghisa. Questo corpo contiene una resistenza elettrica immersa nel fluido, che contribuisce alla diffusione del calore nell’ambiente circostante.
Comunemente, si tende a considerare sinonimi i termini “calorifero”, “termosifone” e “radiatore”. Tuttavia, ciascuno di essi presenta sfumature di significato leggermente diverse, sebbene sul mercato spesso vengano trattati come equivalenti, essendo tutti volti al medesimo obiettivo: il riscaldamento dell’abitazione. Vediamo, più nello specifico, quali sono le caratteristiche generali del radiatore ad olio, i suoi vantaggi e svantaggi e come funzionano questi dispositivi.
Come funzionano i termosifoni ad olio?
I termosifoni ad olio, più comunemente conosciuti come radiatori ad olio, sono dispositivi ad alimentazione elettrica che distribuiscono calore in uno spazio interno tramite convezione (e in piccola parte per irraggiamento). Alla base di questi apparecchi vi è una resistenza elettrica immersa nell’olio diatermico (senza che ci sia contatto) che, se riscaldato dalla resistenza, svolge la funzione di serbatoio termico e distribuisce all’ambiente il calore accumulato.
Affinché questo dispositivo funzioni correttamente, dunque, non vi è quindi alcun processo di combustione. L’accensione di un termosifone a olio, che “puzza” solo al primo avvio per massimo 24-48 ore, è permesso dalla corrente elettrica e l’olio diatermico, oltre ad aver temperatura di ebollizione molto elevata, è in grado di distribuire gradualmente calore anche quando non è in funzione.
La potenza in watt di un radiatore ad olio determina quanto esso può scaldare: maggiore sarà la potenza, maggiore sarà l’estensione che un termosifone ad olio può coprire con la sua azione calorifica.
Utilizzare un radiatore ad olio conviene quando si necessita di un sistema per integrare le carenze del riscaldamento, come ad esempio punti freddi o poco raggiungibili. A tal proposito, i termosifoni che rendono di più sono quelli portatili e collegabili alla presa elettrica. Sarà la scelta del materiale a determinare l’efficienza dell’apparecchio: un calorifero in alluminio ha un’inerzia termica più bassa di quelli in acciaio e distribuirà il calore più rapidamente.
Pro e contro termosifoni a olio: i vantaggi
Ogni sistema di riscaldamento si distingue per dei punti di forza che rendono lo strumento più o meno adatto per certe particolari esigenze. Come vantaggi principali di termosifoni o radiatori ad olio si possono elencare le seguenti caratteristiche:
- prezzi accessibili: mentre le stufe a olio ecologico raggiungono cifre decisamente più elevate, un radiatore compatto consuma poco e può essere acquistato a una cifra compresa tra i 60 e i 110 euro;
- ottime prestazioni: oltre a riuscire a scaldare ambienti più grandi in modo più efficace rispetto alle stufe in ceramica, la velocità con cui raggiungono la potenza massima e l’accumulo di calore garantisce il tepore per più tempo;
- rumori quasi assenti: parlando di radiatori ad olio, le recensioni e le schede prodotto elencano spesso questa caratteristica che lo distingue da altri impianti dotati di ventilatori che, generalmente, fanno più rumore;
- dimensioni compatte: la struttura allungata e piatta di numerosi modelli di termosifoni ad olio e le comode rotelle che agevolano lo spostamento rendono lo strumento maneggevole e non troppo ingombrante;
- tutele per la sicurezza: l’assenza di combustione e del conseguente rilascio di residui e gas nocivi rende questo impianto meno pericoloso rispetto ad altre soluzioni;
- facile ed economico da installare: molti termosifoni elettrici ad olio vengono messi in funzione semplicemente attaccandoli alla presa di corrente. Inoltre, non sono richieste particolari manutenzioni.
I miglioramenti di questi dispositivi per il riscaldamento interno sono arrivati con l’integrazione dei termostati elettronici: poter programmare la temperatura dei termosifoni a olio da parete e poter regolare l’intensità a seconda dei vari momenti della giornata ha migliorato lo strumento notevolmente, rendendolo più efficiente e performante. Nonostante ciò, ci sono alcuni limiti strutturali.
Pro e contro dei termosifoni a olio: gli svantaggi
Arrivando alle criticità di un radiatore ad olio, qui di seguito sono elencati gli svantaggi:
- peso: per quanto i caloriferi a olio siano muniti di rotelle per agevolare lo spostamento (molto utili quando si devono portare in altre stanze della casa), è indubbio che il loro peso notevole non li renda strumenti facili da muovere per chiunque;
- alcuni rischi: i riscaldatori a olio temono l’umidità e presentano il problema del surriscaldamento e, per questo motivo, potrebbero in talune circostanze rappresentare un rischio per la sicurezza. Tuttavia, tale problema è agevolmente risolvibile con sensori di temperatura e termostato;
- non adatti per grandi ambienti: i termosifoni a olio sono ideali come sistema integrativo e, rispetto a pannelli radianti a infrarossi e termoconvettori, l’impiego di questi dispositivi in ambienti estesi (come unica soluzione) non risulta ottimale.
Avendo in mente pro e contro dei termosifoni a olio sarà più semplice capire quali sono le migliori applicazioni di questo strumento in modo da valutare attentamente la convenienza di questa soluzione. A tal proposito, è necessario approfondire la distinzione (seppur minima) tra radiatore e stufa ad olio e come funziona quest’ultima.
Quanto consuma un radiatore ad olio in un’ora?
Per calcolare il consumo di elettricità di un radiatore impiegato per il riscaldamento è possibile effettuare una stima dei kilowattora a partire dalla potenza del riscaldatore.
Dal momento che il consumo in kWh viene calcolato moltiplicando la potenza (considerata in kW) e il tempo in ore, ipotizzando una potenza di 2500 W è possibile affermare che, tale tipologia di radiatore ad olio possa consumare circa 2,5 kWh di energia elettrica.
Stufa a olio: come funziona e cosa cambia rispetto ai radiatori
Radiatore, calorifero, termosifone o stufa? Molto spesso queste parole vengono utilizzate come sinonimi quando si parla di riscaldamento a olio. Nonostante ciò, è necessario fare chiarezza sui loro significati:
- con termosifone si intende anche il fenomeno fisico omonimo, che consiste nel movimento di un fluido provocato da differenze di densità del fluido, dovute a differenze di temperatura;
- con calorifero ci si riferisce più specificamente all’oggetto fisico, cioè al corpo radiante di un impianto di riscaldamento;
- con radiatore si vuole indicare un corpo capace di emettere radiazioni calorifiche.
La parola “stufa” è la più concettualmente distante tra i quattro termini. Si può così riassumere la differenza tra “radiatori” e “stufe”:
- la fisionomia dei radiatori è in genere più sottile e allungata;
- la stufa ha una forma generalmente cubica e presenta una griglia o delle fessure nella parte anteriore.
Seppur superata, la prima tipologia di questa famiglia è chiamata “a stoppino”, un tipo di stufa a olio che può essere più inquinante di altre. Esistono poi le stufe a olio elettriche, in genere più costose ma molto facili da maneggiare e programmare tramite termostato.
Fonte Idealista.it