Uffici di grandi dimensioni da 50.000 euro: così fai l’acquisto giusto

  • 12 mesi ago
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Immobiliare uffici Uffici di grandi dimensioni da 50.000 euro: così fai l’acquisto giusto


Da una società di leasing, da un’impresa o da un privato? Da chi conviene acquistare un immobile di categoria A/10? Conoscere le tasse da pagare e le agevolazioni di cui approfittare ti aiuterà a scoprirlo e scegliere l’ufficio più giusto per te tra le nostre proposte di uffici di grandi dimensioni da 50.000 euro.

Comprare un ufficio: tasse da pagare

Le tasse da pagare quando si decide di acquistare un ufficio non sono uguali in tutti i casi e dipendono in gran parte da chi scegliamo di acquistare.

Le alternative sono:

  1. privato;
  2. impresa;
  3. società di leasing.

1. Acquisto da privato

Chi sceglie di acquistare un ufficio da un privato sarà esente dal pagamento del bollo, dalle imposte speciali catastali e dalla tassa ipotecaria, perciò come tasse da pagare (anche nel caso di immobili non ultimati o in corso di costruzione) avrà solo:

  • imposta di registro del 9% del prezzo di vendita dell’immobile;
  • imposta catastale di 50 euro;
  • imposta ipotecaria di 50 euro.

2. Acquisto da impresa

Per l’acquisto di un ufficio da un’impresa (edile oppure no) la discriminante è prima di tutto negli anni di vita dell’immobile. Quindi:

  • per uffici costruiti o ristrutturati da meno di 5 anni bisognerà pagare:
    • IVA al 10% per i fabbricati venduti dopo un intervento di recupero e per i fabbricati con i requisiti previsti dalla Legge Tupini; IVA al 22% in tutti gli altri casi;
    • imposta di registro di 200 euro;
    • imposta ipotecaria del 3% del valore dell’immobile a partire da un minimo di 200 euro;
    • imposta catastale dell’1% del valore dell’immobile a partire da un minimo di 200 euro;
    • imposta di bollo di 230 euro;
    • tassa ipotecaria di 35 euro;
    • imposte speciali catastali di 55 euro.
  • per uffici costruiti o ristrutturati da più di 5 anni bisognerà pagare:
    • IVA 0% (a meno che l’impresa non richieda espressamente la sua applicazione);
    • IVA al 10% per i fabbricati venduti dopo un intervento di recupero e per i fabbricati con i requisiti previsti dalla Legge Tupini;
    • IVA al 22% in tutti gli altri casi.
  • per uffici in corso di costruzione oppure non ultimati bisognerà pagare:
    • IVA al 22%;
    • imposta ipotecaria di 200 euro;
    • imposta di registro di 200 euro;
    • Imposta catastale di 200 euro.

3. Acquisto da società di leasing

L’ultima delle formule di acquisto di uffici – di grandi dimensioni o piccole dimensioni – è il leasing.

Il leasing non è altro che il cosiddetto “acquisto con riscatto”, che consente di pagare l’affitto per un determinato periodo di tempo e scalarlo dal prezzo di vendita al momento del passaggio di proprietà.

In tal caso, le tasse da pagare saranno:

  • se la società di leasing richiede l’applicazione dell’IVA:
    • IVA al 22%;
    • imposta ipotecaria di 200 euro;
    • imposta catastale di 200 euro;
    • imposta di bollo di 230 euro;
    • tassa ipotecaria speciale di 35 euro;
    • tributi speciali di 55 euro.
  • se la società di leasing non richiede l’applicazione dell’IVA:
    • imposta ipotecaria di 200 euro;
    • imposta catastale di 200 euro;
    • imposta di bollo di 230 euro;
    • tassa ipotecaria speciale di 35 euro;
    • tributi speciali di 55 euro.

Agevolazioni per l’acquisto di un ufficio

Tutte le opzioni di acquisto vanno valutate attentamente perché, a seconda del caso specifico, possono risultare più o meno vantaggiose. Per esempio, agevolazioni possibili da ottenere sono:

  • con la stipula di un contratto di leasing della durata minima di 12 anni, detrazione del 50% dei canoni di locazione (scorporati del costo del terreno);
  • con la stipula di un contratto di leasing inferiore a 12 anni, detrazione del 50% dei canoni di locazione (scorporati del costo del terreno) calcolati dividendo i canoni pagati per 144 mensilità (ovvero 12 anni);
  • detrazione del 100% dell’IVA nel caso di compravendita tra Partite Iva in regime ordinario o semplificato;
  • credito d’imposta ZES previsto per i beni strumentali esteso agli immobili strumentali a essi connessi e acquistati entro il 31 dicembre 2022.

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Fonte Idealista.it

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